2010. május 15., szombat

Pomodoro




L´uomo amava quel posto, il giardino di suo cognato fuori cittá. Piú avanti si radunavano lí tante volte, quando é stata costruita anche la casa, ma allora c´é stato solo il giardino con i pomodori. L´uomo amava anche il pomodoro, soprattutto preso direttamente dalla pianta e riscaldato dal sole, anche se lo beccava raramente cosí. Un paio di granelli di sabbia, che non é riuscito a togliere, facevano rumore sotto i suoi denti, ma non gli davano fastidio.

Ridevano tanto di questa foto anche dopo, guardando la lingua del figlio piú piccolo che leccava le labbra; quel pomodoro caldo e succoso é divenuto un´esperienza che riscaldava. Guardavano la foto e riflettevano su quante cose sono successe da allora. Per esempio la nascita della loro figlia. I ragazzi sono andati a scuola, poi facevano il militare; il piú grande ha cominciato a lavorare, il piú piccolo a studiare. Dove sono finiti tutti quegli anni, i ragazzi vanno giá dietro le ragazze, anche la loro figlia é cresciuta, comincia gli studi... Ma non si finiranno mai tutti questi studi?

Sí, si finiranno, ma l´uomo non potrá esserci alle feste di laurea. Un´unico evento grande ancora potrá vedere: il matrimonio del figlio piú grande. L´arrivo dei nipotini non l´aspetta.

Il succo caldo del pomodoro gli riempie la bocca piacevolmente. Un boccone della gioia di vivere; e non lo sospetta che un giorno ogni pomodoro richiamerá lui alla mente di qualcuno, di cui la risata spensierata viene sepolta con lui per diversi anni.

2010. április 4., vasárnap

Il ballo dei diavoli



A Prizzi a Pasqua i diavoli cercano di ottenere il potere.

La morte di persona balla per le strade, accompagnata dai diavoli e con arco e freccia nella mano. I diavoli catturano membri del pubblico e li trascinano "all'inferno", dal quale peró é possibile ritornare in cambio di un'offerta di denaro.

Il colmo della giornata é la vincita del bene sul male: le statue della Madonna e di Gesú vengono portate una verso l'altra, ma i diavoli cercano di ostacolare l'incontro di esse. Al terzo tentativo il manto nero della Madonna cade a terra, si mostra l'abito celeste, e i due angeli che accompagnano la statua di Gesú colpiscono i diavoli con le loro spade.

Con le foto seguenti e col video trovato su youtube vi auguro una buona Pasqua a tutti voi, inoltre vi auguro anche che il bene possa vincere il male eventualmente percepito nella vostra vita.

(Per i lettori italiani: chi dovesse essere interessata nelle tradizioni ungheresi legate a Pasqua, vi consiglio il post di Mammagiramondo per il quale ho avuto l'onore di collaborare.)



















2010. április 1., csütörtök

Pasqua albanese

Forse la Pasqua piú bella che avevo passato finora era quella quando con mio marito (allora fidanzato) ci siamo messi sulla ricerca delle tradizioni siciliani della festa. Quel giorno la mattina abbiamo visitato Piana degli Albanesi, il pomeriggio invece abbiamo trascorso a Prizzi.

Piana degli Albanesi (brevemente: Piana) é uno dei cinque paesi albanesi della Sicilia. Gli albanesi ortodossi sono venuti qui nel 15. secolo, scappando dai musulmani. Oltre Pianán gli abitanti di Mezzojuso, Santa Cristina Gela, Contessa Entellina e Palazzo Adriano salvaguardano fino a oggi la lingua albanese, parlando anche l'italiano e il siciliano. A Piana ogni anno a Pasqua si puó vedere la sfilata delle donne vestite nei costumi tradizionali che sono davvero straordinari, molto costosi e spesso rimandati in famiglia.

Oltre il costume Piana é rinomata anche dei cannoli di cui i pasticceri locali sono veramente maestri.















2010. március 31., szerda

Racconti del pane III.

In un post precedente (Racconti del pane II., ancora da tradurre) ho menzionato che in Sicilia per certe feste religiose vengono preparati particolari tipi di pane. Un esempio abbiamo visto l'anno scorso a Pasqua a Vita. Purtroppo le foto non sono granché, ma forse ne daranno un'idea.













2010. március 29., hétfő

Racconto immaginario di vent'anni fa



Mi dai gli occhiali, piccola, cosí vedo meglio la foto? Ah, sí, mi ricordo di quel pomeriggio di maggio… Dopo il circolo di cucito abbiamo fatto una passeggiata, abbiamo rubato una mezz’oretta tutta per noi nell’aria fresca, avevamo voglia di sole. Eravamo allegre e spensierate, giovani. Sará strano vedere la tua bisnonna cosí giovane, vero?

É stato un giorno da ricordare, perché proprio quel giorno ha conosciuto Antonella il suo futuro marito. É stata appena scattata questa foto quando quel giovanotto alto é venuto da noi, ha giá adocchiato Antonella alla fiera invernale. Immaginati, hanno avuto tredici figli! Chi lo pensava mai proprio di Antonella; lei era la piú giovane fra noi… Sta lí un poco dietro, é la seconda da destra.



Accanto a lei sul lato destra della foto c’é Lucrezia col suo viso severo. Era sempre cosí, severa, austera e seria, ma non ho mai conosciuto una donna piú altruista di lei. Non si é mai sposata, era del tutto di sua famiglia: prima badava ai genitori, poi a suo fratello minore, tornato invalido dalla guerra. É sempre stata molto religiosa, ma i suoi ultimi anni passava rinchiusa quasi come un’eremita, usciva solo per andare in chiesa.

Al centro c’é Maria. La conoscevamo appena, veniva a cucire con noi soloper due anni; venivano da campagna, e poi sono ripartiti. Non abbiamo sentito mai piú di lei.

Sul lato sinistro della foto c’é Ninetta. Era sempre cosí fina, cosí fiera delle sue orecchine di perla! Ha sposato un ricco fabbricante nell’anno successivo; hanno avuto un’unico figlio. Suo marito la tradiva con chiunque, e lei nascostamente beveva. Poi con la guerra hanno perso tutto. Sai, cosa é successo, quando diventarono morti di fame? Ninetta ha ripreso a vivere. Ha smesso di bere, per anni ha cucinato dal nulla e non si é fermata finché non ha fatto prendere a suo figlio la laurea in medicina. Suo marito é morto nel giro di pochi anni per la perdita di suo patrimonio, ancora prima che suo figlio si laureasse. Il figlio ha trovato lavoro a Torino, ha portato con sé anche Ninetta. In qualche anno mia amica possedeva il miglior negozio di cappelli in cittá. Se ne é andata cinque anni fa; per Natale mi scriveva sempre. Guarda, la foto dei suoi nipotini sta lí sull’armadio, e quello lí é suo figlio.

Seduta per terra sta mia miglio amica Liliana. Madonna, lei sí che era una ragazza irregolare! Scherzosa, dalle risate inaspettate; se le passava per la testa, si metteva a ballare in bel mezzo della strada, noi stavamo morendo dalla vergogna. Mia madre una volta mi ha minacciato di impedirmi di incontrarla ancora se non cambiava atteggiamento. Da allora Liliana stava seduta alla messa sempre con lo sguardo a terra, immobile. Mia madre poverina, se avesse saputo che quella leggeva sotto il banco! É diventata scrittrice, e anche dopo faceva sempre quello che voleva. Si é innamorata pazzamente in un pittore che poi si é suicidato. Liliana non era piú sé stessa per un lungoperiodo, poi a un certo punto ha sposato un ingeniere che l’ha portato nel Sud-America. Mi scriveva delle lettere fino alla sua morte, e penso che tutto sommato abbia avuto una vita felice.

Ma sicuramente non quanto io: ho mia nipotina qua con me e lei non si annoia di ascoltarmi!

ancora 31 gennaio 2010



31 gennaio 2010